
Nulla di fatto: i cinque referendum popolari abrogativi sul lavoro e la cittadinanza non raggiungono il quorum del 50% + 1 elettore come vorrebbe la legge per essere validi (in tutt’Italia l’affluenza dei votanti si attesta al 30%) e pertanto le norme relative ai cinque quesiti restano invariate. Per quanto riguarda Monopoli, hanno prevalso i si per tutti i cinque referendum, a fianco c’è pure l’affluenza definitiva.
Referendum 1– «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione»: 26,56% (10.650 elettori). I si sono stati 9.559 (92,21%) i no sono stati 807 (7,79%)
Referendum 2 – «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale»: 26,55% (10.647 elettori). I si sono stati 9.412 (90,89%), i no 843 (9,11%)
Referendum 3 – «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi»: 26,56% (10.650 elettori). I si 9.515 (91,95%), i no 911 (8,05%)
Referendum 4 – «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»: 26,56% (10.650 elettori). I si sono stati 9.320 (89,98%) i no 1038 (10,02%).
Referendum 5 – «Cittadinanza italiana – Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana»: 26.55% (10.645 elettori). I si sono stati 7.215 (69,85%), i no 3.114 (30,15%).
Gli aventi diritto sono stati 40.100 (19.468 maschi e 20.632 femmine).