‘Manisporche’: i lavori a Portavecchia sono da bollino nero, aumento della spesa e disagi per cittadini e turisti

Secondo Papio e Mastronardi sono mancati studi approfonditi e accortezza nell’uso di denaro pubblico

Il Movimento civico ‘Manisporche’, rappresentato in consiglio comunale da Mariangela Mas tronardi e Angelo Papio, pone in evidenza, con un comunicato stampa, la questione della riqualificazione di Portavecchia, i cui lavori sono cominciati all’inizio di marzo scorso e dovrebbero concludersi nel marzo del 2026. L’occasione per parlarne scaturisce dall’ultima seduta del consiglio comunale, durante la quale si è dibattuta la variante di 700 mila euro che merita, secondo i due consiglieri comunali di opposizione, un adeguato approfondimento che unisca considerazioni tecniche e valutazioni politiche. Nel sottolineare “l’incuria che le è stata dedicata nell’ultimo ventennio”, ‘Manisporche’ così schematizza la situazione.

1. E’ un’opera pubblica in un luogo che non ha solo una valenza paesaggistica e turistica ma anche storica e identitaria per la comunità monopolitana.

2. Prima delle ruspe, sarebbero stati indispensabili studi tecnici di livello e un ben altro coinvolgimento dei cittadini. Da anni l’area era rimasta pedonale e transennata in più punti. Nulla avrebbe impedito delle indagini per individuare l’esatta ubicazione dei sottoservizi e delle preesistenze storiche. Reputiamo non vero che le varianti sostanziali che si stanno moltiplicando fossero imprevedibili.

3. L’abbassamento del muro di contenimento, realizzato a partire dagli anni ’40 allo scopo di proteggere la città dal mare, poteva e doveva essere sottoposto a un saggio più accurato con la Soprintendenza.

4. Nessuna corsa a intercettare finanziamenti può giustificare la chiusura dell’area con una cesura profonda tra il centro storico medievale e la litoranea di via Procaccia né tanto meno l’assenza di un passaggio di collegamento. Sarebbe stato doveroso pensare alle opere di mitigazione, anche di tipo turistico balneari da attivare a compensazione del disagio per utenti ed esercenti commerciali.

5. L’opera di recinzione del cantiere, costosa ciclopica e mai resa visivamente gradevole, ottiene due pessimi risultati: impedisce la vista del mare oltre alla sorveglianza della sicurezza del cantiere.

“Per chi, come noi, da anni legge il modo di gestire i lavori pubblici da parte di questa amministrazione – si precisa – non c’è alcuno stupore. Con la conferenza stampa di inizio lavori, ci si è esaltati per aver pianificato il prolungamento dell’arenile e l’abbassamento del muro con una soluzione di ingegneria marina. A distanza di 5 mesi, ci si è rimangiati entrambe le scelte giustificandole come fisiologicamente imprevedibili. La realtà è diversa. Mancano gli approfondimenti, l’accortezza nell’uso del denaro pubblico, la volontà di coinvolgere i cittadini nelle scelte da operare, pensando che tutto si possa risolvere con un po’ di propaganda a mezzo social. I risultati sono danni incalcolabili per il territorio e per le generazioni future”.